14 Febbraio 2022

Pregare i martiri, o vivere col drago

Aleksej Uminskij

Il 7 febbraio la Chiesa russa celebra la memoria dei nuovi martiri e confessori russi, che hanno sofferto per la fede nel XX secolo. Dopo che la memoria censurata di questi santi è stata appassionatamente preservata, i credenti oggi se ne disinteressano. Omelia di padre Aleksej Uminskij.

Questa domenica la Chiesa celebra la memoria dei nuovi santi martiri e confessori russi, e questo giorno è particolarmente importante per noi ortodossi. Per molti decenni, quando c’era ancora il regime sovietico, la Chiesa non ha potuto osare, proprio così, nemmeno osare far memoria di chi aveva sofferto per la fede. I nomi di questi martiri e confessori venivano però conservati dai cristiani, che sapevano e ricordavano, riproducevano le loro fotografie, si tramandavano le loro vite, almeno le poche di cui si aveva notizia. Nel periodo sovietico i cristiani conoscevano la vita delle figure più grandi e luminose. Le loro storie circolavano nel samizdat; e per questo samizdat altri cristiani venivano a loro volta perseguitati, arrestati e condannati alla prigione e al lager.

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Aleksej Uminskij

Già parroco ortodosso a Mosca, conduttore televisivo, redattore della rivista «Al’fa i Omega», ha al suo attivo numerose pubblicazioni sul tema dell’educazione cristiana. Costretto a lasciare la Russia alla fine del 2023 per le sue posizioni a favore della pace, per queste stesse ragioni è stato in seguito sospeso a divinis e ridotto allo stato laicale dal patriarcato di Mosca. Ora è stato reintegrato nella dignità sacerdotale in seno al Patriarcato ecumenico di Costantinopoli.

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