8 Aprile 2023

Vivere la vita per salvare la vita di tutti

Romano Scalfi

Omelia pasquale di padre Romano Scalfi, 31 marzo 2013.

C’è il pericolo che anche noi non comprendiamo abbastanza la Scrittura, anche perché non la si comprende mai abbastanza. Durante la Settimana Santa appena trascorsa il Signore ci ha dimostrato il suo amore infinito, divino, rivolto a ciascuno di noi. La Pasqua di resurrezione ci dice che questo amore divino manifestatosi sulla croce non è stato un momento isolato, ma è continuato nella storia, è il cuore della storia! Ed è anche il cuore della mia vita.

Allora ci domandiamo: come faccio io a vivere la Pasqua? Non si tratta tanto di fare ragionamenti o approfondimenti intellettuali. Si tratta di un cuore che deve vivere con Cristo. Abbiamo sentito: Io non vi lascio più soli! (cfr. Gv 14,18). Cristo prima di ascendere al cielo disse anche: «Io sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (cfr. Mt 28,20). Ecco, la Pasqua è proprio l’assicurazione che l’amore di Cristo, così evidente sulla croce, ci accompagna in ogni istante della nostra vita.

Quindi il nostro compito è molto semplice:

riconoscere l’amore di Cristo. Sapere di essere oggetto indimenticabile della tenerezza divina, che non si ferma a guardare i nostri peccati, o a condannarci, ma che ha il gusto di renderci candidi come la neve. E soprattutto è una tenerezza capace di dare alla nostra vita umana quella pienezza di senso che Lui soltanto può dare.

L’amore di Dio non è fermo, cresce continuamente. È come il vino che più invecchia, più resta lì e più diventa buono. È Cristo che ci guarda con attenzione speciale ai bisogni di ciascuno. Perciò è come se ogni giorno l’amore di Dio per me si rinnovasse, perché non è generico! Non è che Cristo mi vuol bene, così, da lontano, ma mi vuol bene stando dentro di me, condividendo la mia vita. Il suo amore perciò è una compagnia costante.

Ecco, questa è la vita cristiana: capire che Cristo è la compagnia costante della nostra vita. È la cosa più semplice che ci sia! Ed è la posizione più umana che ci possa essere!

Basta guardare la nostra storia recente: ci accorgiamo che quando ci si allontana da Dio si perde anche l’umanità. Invece stando con Cristo, in compagnia di Cristo, la nostra umanità si sviluppa e cresce come dovrebbe. Riusciamo a capire meglio la vita: diventiamo più sereni, più tranquilli, soprattutto più fecondi!

Attualmente viviamo un periodo in cui siamo tentati di condannare tutta la situazione. Ma merita fermarci a questo? Per l’amor di Dio, no! Se ci fermiamo alla condanna, non dimostriamo di essere tra coloro che, in compagnia di Cristo, vivono la vita per salvare la vita stessa, non solo la propria, ma anche quella degli altri. La difficile situazione in cui ci troviamo in Italia ci deve toccare, ma non per aggiungere critiche a critiche, anche perché ne abbiamo sentite abbastanza! Dobbiamo piuttosto sentire, attraverso la compagnia di Cristo, la responsabilità di salvare il mondo.

Dobbiamo anche assaporare la bellezza di stare con Lui, perché è solo Lui che dà serenità al profondo del cuore. Solo quando siamo consegnati alla sua compagnia noi, nella nostra irrimediabile miseria, abbiamo la consapevolezza di essere strumento nelle mani di Dio per salvare non solo l’Italia, ma il mondo intero!

Partiamo quindi dalla responsabilità che la Pasqua ci ha portato. La Pasqua ci ha resi una sola cosa con Cristo. Ma se Cristo salva il mondo, noi non possiamo estraniarci da questo compito. Anche a noi spetta di salvare il mondo, non facendo tante cose ma rimanendo con Lui. È molto più semplice, ed è molto più bello, molto più concreto!

Preghiamo, quindi, che il Signore ci faccia vivere la Pasqua nella consapevolezza di essere sempre con Lui. Lui che ci guarda in modo sempre diverso, secondo l’essenza del nostro bisogno. E guardando Lui, ricordiamo che in Lui troviamo tutti i nostri amici, anche quelli che hanno perso la fede.

Romano Scalfi

Sacerdote (1923-2016), nel 1957 ha fondato a Milano il Centro Studi Russia Cristiana, cui ha associato la Rivista “Russia Cristiana” (poi “L’Altra Europa” e “La Nuova Europa”).

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