20 Marzo 2020

La strana serietà di ciò che accade. Roma in tempi di pandemia

Ol'ga Sedakova

Cronaca della quarantena romana vista con gli occhi della poetessa russa, che ama l’Urbe come una seconda patria.

A Roma la vita normale è andata cadendo come cadono una dopo l’altra le tessere del domino.
Le linee si facevano chiare: tutti i luoghi pubblici, ma i tempi rimanevano imprevedibili. La Città si svuotava, ma non si è trasformata subito in un deserto irreale.

Io e Tat’jana ancora riuscivamo a vagabondare, facendo il giro dei luoghi più famosi che di solito sono sommersi dalla folla dei visitatori. La fontana di Trevi, in tutto il suo splendore, brillava e mormorava per noi sole. Era una strana bellezza quella della città senza le persone. C’era qualcosa di minaccioso o di condannato. Mai stata così! Ma ciò che non era mai stato è accaduto, è arrivato con passo forte e fatale, separando una regione dall’altra, un paese dall’altro, un rione dall’altro (anche a Roma ormai non ci si poteva più allontanare troppo da casa), i nipoti dai nonni, quasi tutti da tutti gli altri, alla fine.

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Ol'ga Sedakova

Poetessa, scrittrice e traduttrice moscovita, è docente alla Facoltà di Filosofia dell’Università Statale Lomonosov. Erede della tradizione della grande cultura russa, la sua opera è tradotta in numerose lingue e ha ottenuto riconoscimenti, quali il premio Solov’ëv e il premio Solženicyn.

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