9 Dicembre 2020

La Rete e la voce della coscienza

Adriano Dell’Asta

La Rete ci soffoca ma ci offre anche possibilità enormi. La possibilità di confrontarsi senza limiti di spazio e di tempo vs l’anonimato che induce irresponsabilità, il bombardamento informativo che riduce la capacità di giudizio personale. Il problema di fondo resta l’uomo e la sua coscienza. Intervento al Convegno 2020 di Russia Cristiana, «Una rete che imprigiona, una rete che sostiene, una rete che libera».

Il tema della Rete corrisponde pienamente a quanto stiamo vivendo in questi giorni.
È infatti certo che abbiamo una Rete che ci imprigiona fino a diventare soffocante; basti pensare in questo senso a quello che sta succedendo con la pandemia.

Di fronte a questa realtà, di fronte alla tragedia di una scomparsa della capacità di giudizio personale che ci rende inermi rispetto alle possibilità manipolatorie della Rete, tutte le osservazioni che si possono fare sul suo carattere in fondo neutrale rischiano di essere travolte dall’alternativa che si rende inevitabile quando l’uomo si trova privato della propria capacità di giudizio: o chiudiamo una Rete che non riusciamo a gestire, ma ci precipitiamo così in una logica che ripugna alla tradizione culturale europea, o ci rifugiamo in una serie di rimedi tecnici che non risolvono affatto il problema e anzi finiscono, anche in questo caso, col censurarne le vere dimensioni.

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Adriano Dell’Asta

È docente di lingua e letteratura russa presso l’Università Cattolica. Accademico della Classe di Slavistica della Biblioteca Ambrosiana, è vicepresidente della Fondazione Russia Cristiana.

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