9 Marzo 2023

Dov’è la terra promessa post-sovietica?

Michail Minakov

Con l’invasione dell’Ucraina, dice il filosofo, siamo entrati in una nuova epoca dominata da particolarismi e imperialismi. Tornare a un universalismo autentico può rifondare l’ordine internazionale distrutto. Ma chi sarà in grado di proporlo?

Psicologicamente, dopo l’invasione della Federazione russa in Ucraina siamo tutti sconvolti.
Quando abbiamo saputo dei crimini compiuti dai soldati russi a Buča, le immagini delle persone freddate con un colpo alla nuca e le mani legate sono state per me un’esperienza estrema… La mia prima reazione è stata la piccola, vile speranza che non fosse vero, che i giornalisti avessero sbagliato. E invece no, questa è la realtà della guerra scatenata da Putin contro gli ucraini.

Bisogna che la Piccola Europa maturi. Questo grande sforzo deve riportare l’Europa allo spirito universalista, ma tenendo conto degli errori fatti negli ultimi trent’anni. Putin non deve vincere. È necessario costruire l’Euro-Russia, l’Euro-Bielorussia, l’Euro-Kazachstan, e il progetto di una nuova «Pace lunga» almeno nel Vecchio Mondo, nell’Euro-Afro-Asia.
Ce la faremo? Questa non è una questione fattuale ma di volontà. Gli uomini di buona volontà devono farcela!

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Michail Minakov

Nato nel 1971, è dottore in filosofia, politologo e storico specializzato nell’ambito della modernità e delle ideologie post-sovietiche.
Dal 2018 dirige il programma di ricerca presso l’Istituto Kennan, è stato professore di filosofia e studi religiosi presso l’Accademia Moghiliana e presidente della Società Kant ucraina. Dirige la rivista The Ideology and Politics Journal.

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