11 Febbraio 2023

L’URSS avrebbe 100 anni e il suo spirito ancora vive

Vladimir Zelinskij

Il 30 dicembre 2022 cadeva il centenario della nascita dell’Unione Sovietica. Se la sua colossale struttura è crollata, il suo spirito è vivo più che mai e oggi si incarna in altre forme non meno spaventose. Ciò accade, dice Zelinskij, perché gran parte dei cittadini è ancora posseduta dal suo mito.

Quanti sono nel nostro paese i nostalgici dell’URSS? Per loro è stata una triste ricorrenza: la festeggiata compiva cent’anni ma alla festa non c’era.

«Come mai?» si chiedono, e subito rispondono. Secondo le tesi più in voga, l’URSS sarebbe caduta a causa di congiure, traditori e intrighi dei servizi segreti. Tutti pensano di conoscere i nomi di chi l’ha mandata in rovina, gente che merita di essere messa alla gogna. Altri, un po’ più intelligenti, ricorrono ad ampie categorie sociologiche, a vagonate di globalismi. Scontri di civiltà, clan e repubbliche, arretratezza tecnologica o i prezzi del petrolio…

Ed ecco di nuovo il nemico, solo che non è più lo sfruttatore ma il russofobo; e la nostra mente freme di sdegno non perché le forze del male opprimono il proletariato mondiale, ma perché da qualche parte ci sono dei mostri che «picchiano i nostri», che attentano al nostro patriottismo, e noi i nostri non li abbandoniamo. Metteremo in campo contro di loro i nostri mostri, travestiti da angeli, e metteremo sulla loro bocca gli inni acatisti e i nostri canti pieni di sentimento…


Foto di apertura: pastvu.com

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Vladimir Zelinskij

Sacerdote ortodosso (del Patriarcato di Mosca) è filosofo, teologo e traduttore. Dal 1991 vive in Italia, ha insegnato lingua e civiltà russa all’Università cattolica di Brescia e di Milano. Ha al suo attivo numerosi testi di teologia e spiritualità.

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