20 Ottobre 2020
Quelli che non temono né Dio né gli uomini
C’è in una parabola del Vangelo il personaggio del giudice che «non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno» (Lc 18,1).
È esattamente questa l’espressione che viene in mente quando si cerca di capire la logica d’azione dei governanti di Russia e Bielorussia.
Ma cosa credete di poter fare contro di noi? Per gli altri paesi abbiamo pronto il bottone nucleare, per i nostri sudditi abbiamo la tivù e frotte di giovanotti delle forze dell’ordine, onnipossenti e anonimi (ma di che forza parliamo, fratelli miei?).
Tutto questo è incominciato in sordina, in alcuni casi speciali. Poi nella campagna di Crimea è sbocciato alla grande. Oggi metastatizza ovunque. Il famoso dottor Mjasnikov ha fatto una bella rivelazione: se i medici avessero voluto ammazzare Naval’nyj (leggi: se glielo avessero ordinato), lo avrebbero ammazzato.
Noi siamo fatti così. E allora?
A noi che siamo rimasti a vivere in questo paese, tocca avere a che fare con tutto questo. Ma non ci tocca per forza giustificarlo. Non ci tocca per forza abituarci a una simile banalità del male.
E adesso vorrei fare una domanda ai maestri della cultura, agli «addetti ai lavori» e ai cantori del regime: ma siete veramente sicuri che sia questa morale da bassifondi il tanto decantato «rimetterci in piedi», il codice di civiltà, l’esempio per tutta l’umanità?
Ma non avete riguardo a blaterare ancora?
Quanto a quelli che ci infilano pure frasi come «spiritualità, ortodossia, terza Roma, regno di Dio in terra» consiglio di temere perlomeno Dio.
Lui la vista ce l’ha lunga.