25 Luglio 2021

Io vedo che c’è una politica cristiana

Andrej Desnickij

Biblista, traduttore, pubblicista, scrittore, dottore di ricerca in Lettere. Dal 1994 lavora all’Istituto di Studi orientali presso l’Accademia russa delle Scienze.

Che cos’è la politica cristiana, o per dirla altrimenti, quale può e dovrebbe essere il contributo dei cristiani in politica?
Ho sentito molti dibattiti sull’argomento, ad alcuni ho anche partecipato. Di solito si riducevano a vuote parole con una spruzzata di religione.

Nella Russia contemporanea io vedo con chiarezza degli esempi di politica assolutamente cristiana, ossia di partecipazione alla lotta politica animati da esigenze evangeliche. C’è un Politico che da tempo mette sotto gli occhi di tutti il male più abituale, rendendolo palese e intollerabile. Intendo la corruzione, l’illegalità, la violenza esplicita e stupida. Noi ne eravamo al corrente, eravamo abituati ad ignorarlo, ma ora siamo costretti a rifletterci. Per poco non lo hanno ammazzato, e così abbiamo capito che da noi, a quanto pare, gli avversari politici li ammazzano. Lo hanno messo in prigione, e abbiamo visto cosa succede là dentro.

Ma soprattutto, abbiamo visto che tutto questo lo ha fatto a proprie spese, a scapito della salute, della libertà, e a ben guardare, di ogni anestetico.
C’è bisogno che vi ricordi come si chiama? Di nome fa Aleksej, caso mai vi foste dimenticati.
E non c’è solo lui. Non farò altri nomi, a rischio di dimenticare qualcuno, ma non è soltanto lui a colpirmi, rallegrarmi, esaltarmi.

Una politica cristiana oggi da noi esiste, a prescindere se queste persone credono o non credono in Cristo. Di fatto costoro adempiono il Suo precetto di amare il prossimo, a differenza per esempio, di me.
Io non so se arriveranno al potere nella Russia del futuro, e quali errori faranno (di errori ne facciamo tutti). Non so nemmeno se sopravvivranno sino a quel giorno, vorremmo arrivarci assieme a loro ma nessuno ce lo ha promesso. E non mi azzardo a dire che posto avranno nel Regno dei cieli, anche se lo intuisco.
Ma una cosa la so con assoluta precisione. Oggi noi percorriamo la Prospettiva Sacharov (per ora senza statua, ahimé) e la via Solženicyn ex Kommunističeskaja (dove c’è già il monumento).

Questi due uomini non avevano ragione su tutto, e di sicuro non andavano d’accordo fra loro. Ma hanno cambiato la storia del nostro paese. In un certo senso hanno riscattato il paese davanti al mondo per gli orrori del bolscevismo e dello stalinismo; non tutti i russi lo hanno fatto.

E il mondo lo ha riconosciuto.

Pertanto, io so con certezza una cosa, che i miei nipoti passeggeranno per la città di Mosca, e non solo di Mosca, dove le vie e le piazze porteranno i nomi di queste persone, dove ci saranno i loro monumenti, e dove le loro vite saranno materia di studio a scuola, come esempio di servizio alla patria.