7 Aprile 2021

Scambio di speranze pasquali

Adriano Dell’Asta

È docente di lingua e letteratura russa presso l’Università Cattolica. Accademico della Classe di Slavistica della Biblioteca Ambrosiana, è vicepresidente della Fondazione Russia Cristiana.

Anche quest’anno, come spesso succede, non tutti i cristiani hanno celebrato (o celebreranno) insieme la Pasqua; ad esempio i cattolici l’hanno celebrata domenica 4 aprile, mentre gli ortodossi russi la celebreranno solo domenica 2 maggio: è una delle tante dolorose manifestazioni della divisione di cui ancora soffrono le Chiese cristiane dopo lo scisma del 1054. Proposte recenti spingono verso il superamento almeno di questa ferita. Nel frattempo resta il dolore e l’ansia di molti perché il giorno dell’unità visibile si avvicini.

Ho espresso questa ansia negli auguri pasquali rivolti a un amico ortodosso e ne è seguito uno scambio che mi permetto ora di condividere con tutti, tanto quest’ansia e questo dolore diventano già un piccolo pegno della desiderata unità futura.

Dunque, questo è l’inizio dello scambio di auguri:

«Caro amico mio,
domani è Pasqua per noi cattolici, i fratelli ortodossi russi dovranno aspettare ancora un poco per festeggiarla, ma Gesù Cristo risorge nel cuore degli amici ogni giorno; così, secondo Pasternak, “la primavera ha sparso la voce” e allora voglio seguire questa voce del poeta…».

E questa è stata la risposta:

«Carissimo amico,
grazie per il tuo saluto. La Pasqua è una ed unica, il tempo umano è diviso e spaccato. Il Signore, credo, sorride guardando come noi cerchiamo di ricucire il mistero pasquale, strappandolo. Ma anche il tempo è nella Sua mano e un giorno sarà guarito.
Grazie per l’amicizia di tanti anni…».

Il gelo della divisione resta, ma c’è un’unità che già riscalda i cuori.

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