30 Gennaio 2020

Un messaggio ai giovani musicisti: la lezione di Marija Judina

Marina Drozdova

Torniamo a parlare della leggendaria pianista Marija Judina in occasione dei 120 anni dalla nascita. Alcune pagine del volume dedicato alla sua tecnica pianistica, recentemente pubblicato dall’editrice La Casa di Matriona.

Il libro A lezione da Marija Judina mostra come il pianismo, anzi la concezione musicale e artistica della Judina si radichino nella sua profonda fede e nella sua ardente umanità. In lei – come testimonia l’autrice Marina Drozdova, che è stata sua allieva e poi giovane collega – la concertista, l’insegnante e l’«amica» costituiscono un’unità inscindibile, sulla base di un’apertura del cuore che fin dall’adolescenza le faceva dire: «Amare, amare incondizionatamente, gratuitamente tutti… È questo che sottrae per sempre la persona ai suoi limiti, e fa sì che in essa vivano invisibilmente tutti gli uomini, vicini e lontani».

Nell’ultimo decennio di vita della Judina il suo credo artistico echeggiò con particolare forza, perché questo periodo segnò il suo ritorno – a un livello spirituale incommensurabilmente più elevato – a ciò che l’aveva ispirata all’inizio del suo cammino: la sete del nuovo per affermare l’eterno. La sua aspirazione era quella di coinvolgere tutti nel flusso inarrestabile della cultura mondiale, mostrando che «la musica è solo parte dell’arte, e l’arte è parte di qualcosa di ancor più prodigioso e totalizzante»; voleva aiutare ciascuno a trovare e percepire i propri legami con tutti coloro che entrano in questo «cerchio unico e unitario», per diventare un «anello nella catena dell’arte». Questa idea, che è uno dei motivi dominanti per la Judina, sia nell’attività concertistica, sia in quella educativa, nell’insegnamento, acquistò un significato preponderante nella parte finale del cammino. (…)

M. Judina esegue Quadri di un’esposizione (Baba Jaga; La Grande porta di Kiev), di M. Musorgskij.

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Marina Drozdova

Allieva e collega di Marija Judina, docente all’Accademia musicale Gnesin di Mosca. Ha unito un’intensa attività concertistica (come solista del prestigioso Moskoncert), all’insegnamento al Conservatorio di Mosca, al Gnesin e al National College of Arts di Taiwan. Autrice di numerose pubblicazioni e recensioni su tematiche musicali, ha partecipato alla curatela del monumentale patrimonio archivistico di Marija Judina. Oltre al testo qui tradotto (Mosca 2006), ha scritto un volume dedicato al suo iter religioso (Marija Judina. Religioznaja sud’ba, Ed. Patriarcato di Mosca, 2016).

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