Un lutto non rielaborato
È l’eterna sfida della libertà, scomoda e infinita.
La rivista, nata nel 1960 col titolo “Russia cristiana ieri e oggi”, è stata il primo e fondamentale strumento per diffondere la conoscenza delle ricchezze della tradizione russa. Dagli anni ’60 ha fatto conoscere per la prima volta in Italia il samizdat, l’editoria clandestina espressione della cultura antitotalitaria. Nel 1985 la rivista prende il titolo di “L’Altra Europa”, ampliando i suoi interessi a tutto l’Est. Nel 1992 il periodico diventa “La Nuova Europa”, luogo di dibattito e di confronto sulle problematiche sociali, culturali e religiose del continente.
Le retrovie di cui parliamo non sono quelle ucraine, ma quelle russe. Nella Federazione è scoppiata la caccia al traditore, col suo seguito di denunce e isterismi. L’ossessione nazionalista miete le sue vittime.
Non c’è altra via che il dialogo, che prima di tutto significa accettare la verità e il diritto di esistere dell’altro, anche del nemico.
Uscito in occasione del decimo anniversario della scomparsa di Václav Havel, il libro raccoglie interviste a personaggi direttamente o indirettamente legati alla sua figura. Ne esce un «ritratto a più voci» che getta nuova luce sull’«eroe della Rivoluzione di velluto».
Tra le file dell’opposizione alla guerra in Ucraina ci sono gruppi diversi, con ideologie anche molto distanti fra loro. L’esperienza femminista ha fatto della creatività la caratteristica fondamentale delle sue azioni.
Ricordiamo, nel 60° della morte, la figura di Elisabetta Ambiveri, al cui slancio e cuore missionario deve così tanto l’opera di Russia Cristiana, ivi compreso il nostro portale.
Uno scrittore russo pluripremiato e tradotto, Mikhail Shishkin vuole ricreare una lingua viva, che combatte la lingua morta dei cliché televisivi. La sua è un’analisi culturale graffiante che per molti versi ha anticipato il naufragio di oggi.
Lo scompiglio si è diffuso tra le comunità religiose russe, costrette a prendere posizione sull’avventura ucraina. Tra resistenze, dissidi, fughe e giri di parole si è visto che la loro è una «libertà vigilata». Che mette in gioco la credibilità della fede.
A Medyka, al confine polacco-ucraino, un gruppo di emigrati russi assiste i profughi dalle zone del conflitto. Perché «è inutile perdere tempo a spiegare che non siamo d’accordo con chi comanda. Andiamo piuttosto ad aiutare chi ha sofferto».
Brevi video che raccontano storie di persone, molto diverse tra loro per formazione, occupazioni, interessi, accomunate però dall’esperienza di verità e libertà vissuta, nel corso della vita, in contesti di dolore, di prova, di illibertà.
È l’eterna sfida della libertà, scomoda e infinita.
Russia Cristiana è stata fondata nel 1957 da padre Romano Scalfi allo scopo di far conoscere in Occidente le ricchezze della tradizione spirituale, culturale e liturgica dell’ortodossia russa; di favorire il dialogo ecumenico attraverso il contatto fra esperienze vive; di contribuire alla presenza cristiana in Russia.
Questi obiettivi sono stati perseguiti con strumenti diversi durante il regime sovietico, durante la perestrojka, e nel nuovo contesto sociale ed economico del post comunismo, segnato dai postumi dell’ateismo militante e dalle forti suggestioni del consumismo.
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