20 Maggio 2023

A Novosibirsk il sindaco lo sceglie Mosca

Aleksandr Bajanov

Abolita l’elezione diretta del sindaco, ma i «liberi siberiani» oppongono qualche resistenza. Sono tracce di democrazia dure a morire, che potrebbero diventare un punto di ripartenza…

Mentre continua la guerra in Ucraina, nelle regioni russe la vita politica interna scorre sottotraccia. L’ambiente politico è stato ripulito, l’opposizione è stata di fatto annientata, così come sono stati annientati i media indipendenti e le organizzazioni non profit dichiarate «agenti stranieri» e «indesiderate».

Adesso è venuto il momento di cancellare ogni autonomia locale. Il regime si rafforza in vista di una guerra lunga e dello scontro protratto con l’Occidente.

Così si allunga sempre più la serie di eventi che vanno limitando la libertà dei russi. Come già accaduto tra l’ottobre e il dicembre 2022 a Tomsk, così anche nella vicina Novosibirsk viene ora abolita l’elezione diretta del sindaco da parte dei cittadini. Secondo la legge federale, la decisione spetta anzitutto al parlamento regionale, che deve approvare a maggioranza, poi il consiglio comunale, nell’attuare la decisione, deve modificare lo statuto della città, sottoporre le modifiche in un’udienza pubblica e votare per cambiare le modalità d’elezione: abolendo il voto diretto e affidando l’approvazione dei candidati a una commissione di concorso composta da rappresentanti del governatore e da consiglieri comunali. Questi successivamente sceglieranno con voto segreto tra i candidati individuati dalla commissione.

Agli occhi del governo questa modalità consente un maggior controllo delle autonomie locali. Viceversa, nell’ottica del principio stesso di autonomia, l’elettore a cui è negato il voto viene privato esattamente della possibilità di esercitare il proprio diritto all’autonomia.

A Novosibirsk il sindaco lo sceglie Mosca

Tomsk. (I. Grotkjaer, unsplash.com)

A Tomsk la decisione è stata presa in risposta al decreto del presidente Putin, secondo il quale, a seguito all’introduzione dello stato di guerra nei territori ucraini annessi – le Repubbliche Popolari di Doneck e Lugansk, le regioni di Zaporižžja e Cherson, – le regioni russe devono assumere un regime d’allerta di primo livello.

Il potere legislativo regionale di Tomsk ha dunque abolito con maggioranza semplice l’elezione diretta del sindaco, sostituendola con l’elezione tra i candidati scelti dalla commissione di concorso. Il 15 marzo sono stati nominati i componenti della commissione e scelti i due candidati sindaco. Il vincitore doveva essere proclamato l’11 aprile durante una riunione del consiglio comunale; per poter ricoprire la carica di sindaco il candidato doveva ricevere il sostegno di non meno di due terzi dei consiglieri.

Ma considerando la composizione multipartitica del consiglio comunale e il fatto che, a differenza di quanto accade nei consigli di quasi tutte le regioni e i centri abitati russi, il partito di governo «Russia Unita» qui non ha la maggioranza, arrivare ai due terzi non era semplice. Fin da subito è stato chiaro che non sarebbe stato facile «spingere» la decisione all’interno del consiglio comunale di Tomsk. Alla fine la votazione non c’è stata perché entrambi i candidati si sono rifiutati di partecipare all’elezione, dato che nessuno dei due disponeva della maggioranza qualificata; in più uno dei due ha ritirato la sua candidatura, rendendo impossibile l’elezione in presenza di un solo candidato. Così l’elezione del sindaco è stata rimandata all’autunno del 2023.

Subito 13 dei 37 deputati del consiglio comunale hanno scritto una lettera aperta contro l’abolizione dell’elezione diretta del sindaco, imitati da diverse eminenti personalità cittadine. L’udienza pubblica ha raccolto un centinaio di cittadini e si è svolta in un’atmosfera burrascosa. Eppure, grazie agli accordi segreti fatti dietro le quinte, l’elezione diretta del sindaco è stata abolita a maggioranza.

Il consigliere comunale Ksenija Fadeeva, ex coordinatrice della squadra di Naval’nyj, arrestata nel dicembre 2021, è stata rilasciata ma sottoposta a misure restrittive che le vietano di usare mezzi di comunicazione, intrattenere corrispondenza, avere relazioni con persone potenzialmente coinvolte nel caso e partecipare ad eventi pubblici.

Di conseguenza, le è impossibile svolgere il proprio lavoro di deputato, inoltre è stata inserita dalle autorità nell’elenco delle persone fisiche e organizzazioni di cui è dimostrata la partecipazione ad attività terroristiche ed estremiste; tutti i suoi conti bancari personali sono stati bloccati. Anche il deputato Andrej Fateev, altro ex membro del partito di Naval’nyj, è stato messo alle strette: dopo l’avvio di un procedimento penale nei suoi confronti ha dovuto lasciare la Russia e si trova ora all’estero. Nessuno dei due ha potuto partecipare alle votazioni.

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Tomsk. (I. Grotkjaer, unsplash.com)

Novosibirsk, città irriducibile?

Una situazione simile si ha a Novosibirsk, dove, però, l’opposizione potrebbe essere ancora più significativa. Il parlamento regionale nel giro di due sedute svoltesi in una sola giornata, il 20 febbraio 2023 ha deciso «in fretta e furia» di abolire l’elezione diretta del sindaco. Il consiglio comunale di Novosibirsk era tenuto ad appoggiare la decisione votando a favore il 26 aprile. Grazie ad accordi di corridoio e anche alle minacce ai deputati, in consiglio si è ottenuta una maggioranza di 38 persone, così che l’elezione diretta del sindaco è stata abolita, ma 5 deputati indipendenti hanno votato contro.

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Ch. Pigorova. (facebook)

Alla votazione erano assenti Chel’ga Pirogova e Sergej Bojko, che si trovano all’estero, per via delle accuse penali che pendono sul loro capo. La Pirogova è accusata di aver «discreditato l’esercito», articolo molto applicato oggi in Russia; di fatto ha chiamato guerra e non «operazione militare speciale» come vorrebbero le autorità, la guerra in Ucraina. Su Bojko pende un mandato di cattura, in più è stato inserito nella lista degli «agenti stranieri». L’elezione del sindaco di Novosibirsk secondo la nuova modalità si svolgerà solo nel settembre 2024, allo scadere del mandato del sindaco in carica, eletto direttamente dai cittadini. Ma come a Tomsk ci potranno essere delle sorprese durante le votazioni dei candidati imposti dal governatore.

Il 22 marzo, durante una seduta del consiglio, il deputato indipendente Anton Kartavin, eletto col sostegno del partito di Naval’nyj, ha avanzato la proposta di indire un referendum in città e provincia per reintrodurre l’elezione diretta dei sindaci nelle città e nei paesi della regione.

«I cittadini della regione di Novosibirsk possono in qualsiasi momento esprimere la loro opinione sulle elezioni dirette o indirette attraverso un referendum. Ora come ora, in tutta la regione, le amministrazioni sono guidate da persone non elette dal popolo»,

A Novosibirsk il sindaco lo sceglie Mosca

A. Kartavin. (vkontakte)

ha ricordato Kartavin. La votazione in merito al referendum è stata molto significativa per il numero di astenuti, gente che, pur avendo una propria opinione, ha preferito non renderla pubblica. In pratica, la maggioranza dei deputati ha impedito che la discussione proseguisse. Se 6 erano pronti ad affrontare il tema del referendum, 16 si sono dichiarati contrari e 17 si sono astenuti. Ciò nondimeno Anton Kartavin non ha abbandonato l’idea, e il 5 maggio ha chiesto alla Commissione elettorale della regione di registrare un gruppo d’iniziativa per il referendum. La Commissione ha bocciato la richiesta, tuttavia la legge sui referendum prevede molte altre procedure formali, per cui si spera che la questione del referendum non sparirà del tutto dall’attenzione pubblica.

Contro l’abolizione delle elezioni dirette si è espresso anche Viktor Tolokonskij, ex primo cittadino di Novosibirsk e governatore, oltre che della regione, anche del Territorio di Krasnojarsk. In passato plenipotenziario del presidente russo in Siberia, Tolokonskij è il politico più autorevole della regione di Novosibirsk. In un commento sui media locali, ha dichiarato:

«L’elezione diretta del sindaco è fondamentale. Non vedo né capisco alcuna opzione alternativa. Sono convinto che essa investa di una responsabilità senza paragoni la persona scelta per guidare la città; nessun’altra procedura alternativa di trasmissione dell’incarico (per nomina o per voto dei consiglieri) avrà la stessa forza, né conferirà la stessa responsabilità.

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V. Tolokonskij. (wikipedia)

Le elezioni dirette sono un’espressione particolare di libertà e di responsabilità. Nella mia vita, sono diventato sindaco di Novosibirsk per nomina e in seguito sono stato il primo sindaco eletto dalla cittadinanza. Ho provato la differenza! So cosa vuol dire quando il tuo potere viene dal voto dei cittadini, quando è a loro che devi rispondere, a gente che conosce le diverse problematiche, che fa domande e chiede spiegazioni sulle carenze che bloccano la vita della città. È fondamentale. A essere sincero, non vedo nessun motivo di abolire le elezioni dirette. La loro organizzazione non richiede strumenti particolari né risorse straordinarie, ed è proprio sull’opinione e sulla posizione della popolazione che dovrebbe fondarsi il governo locale. Il sindaco deve sempre rendere conto del proprio operato alla comunità che lo ha eletto.

Oggi c’è una forte centralizzazione del potere decisionale e amministrativo nei soggetti della federazione. Le elezioni devono essere dirette e rappresentare la libera espressione della popolazione.

Sono convinto che questo, oggi, distingua Novosibirsk dalle altre città in senso positivo. Abbandonare tale tradizione sarebbe, a mio parere, deplorevole».

Anche Sergej Bojko, l’ex consigliere comunale di Novosibirsk che, dopo aver corso alle elezioni del 2019 contro il sindaco oggi in carica, e aver ottenuto il secondo posto con quasi il 19% dei voti, si è visto incriminare per motivi pretestuosi, dall’estero ha commentato la situazione nel suo streaming quotidiano su YouTube:

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S. Bojko. (Instagram)

«In generale, cari concittadini, ho brutte notizie per voi. Di certo loro [il partito «Russia Unita»] hanno deciso di abolire l’elezione diretta del sindaco, perché voi scegliete “male”, potevate eleggere me e nessuno avrebbe abolito niente. Sicuramente tutta questa storia sarà irrilevante finché c’è la guerra. Perché, in ogni caso, i soldi della regione, un miliardo di rubli, il governatore non li spende per le scuole né per gli ospedali, ma li ha versati per la fantomatica ricostruzione dell’Ucraina [dei territori occupati]. Ovviamente là non è stato ricostruito nulla, cosa di cui non dubitavamo. Però, fino a che i fondi regionali vengono ramazzati e risucchiati per la guerra, chissenefrega chi è il sindaco. Certo, dispiace per i principi democratici, perché la gente aveva pian piano imparato a scegliersi le persone giuste, mentre adesso c’è chi fa tutte le nomine al suo posto. A tal proposito, spiace un po’ anche per questa istituzione [la carica di sindaco], perché bene o male funzionava. A Novosibirsk, durante le elezioni dei consiglieri e del sindaco, l’opposizione poteva farsi sentire, tentare di emergere. Certo, venivamo ostacolati, arrestati, incarcerati [per 15 giorni]. Capitava di dover fare la campagna elettorale dalla cella. Ma comunque c’era una qualche traccia di processo democratico. Adesso non ci sarà più, ed è un peccato.

È un processo politico molto tipico: all’inizio questi stessi figli di cane ti dicono per chi votare, poi ti dicono che hai votato male e che è meglio che non voti affatto.

Questo è un passaggio molto importante. E quando nel 2024 vi diranno che è per questo motivo che Putin rimarrà al suo posto senza fare le elezioni [per un altro mandato – il quinto!], ricordatevi di Novosibirsk, di quel che è successo qui».

Novosibirsk era l’ultima megalopoli in cui il sindaco veniva eletto ancora direttamente dai cittadini.

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Novosibirsk. (M. Pavstyuk, unsplash.com)

Oggi sono solo quattro i comuni russi [Chabarovsk, Jakutsk, Anadir’ e Ulan-Ude] in cui si mantiene questa prassi, ma anche lì i rappresentanti di «Russia Unita» propongono di abolirla. Non è solo la fine dei «liberi siberiani», ma la morte, di fatto, di ogni autonomia locale in Russia.

Eppure è impossibile che Mosca, da dove vengono tutte queste strane iniziative, riesca a controllare completamente e a distruggere l’opinione personale dei siberiani. Il 12 maggio 2023, il capo del parlamento del Territorio della Transbajkalia all’improvviso ha chiesto di reintegrare l’elezione diretta del sindaco a Čita, la capitale della regione. Ha infatti dichiarato che il sistema per cui i sindaci vengono eletti dai consiglieri comunali si è rivelato inefficace, e che quindi proporrà ai deputati una nuova legge che reintegri le elezioni dirette. Ed effettivamente, da quando nel 2014 a Čita è stata abolita l’elezione diretta del sindaco, la situazione in città ripropone una catastrofe senza fine, accompagnata da continue avarie dei servizi urbani durante gli inverni freddissimi e le torride estati siberiane.

L’elezione diretta del sindaco da parte dei cittadini per il momento rimane solo nelle città-regioni come Mosca, San Pietroburgo e Sebastopoli.

Aleksandr Bajanov

Nato a Novosibirsk nel 1969. Giornalista, sociologo, media manager, ha fondato l’agenzia e il canale youTube Tayga.info. Ha svolto approfondite ricerche sociologiche nell’ambito della Siberia.

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