1 Marzo 2023

La Rosa Bianca e la Russia

Giovanna Parravicini

Quello della Rosa Bianca è ricordato come un episodio «politico», ma fu innanzitutto un cammino di fede: l’aver seguito Cristo fino al sacrificio della vita. Un sacrificio che fu la più straordinaria proclamazione dell’autentico ecumenismo. A Mosca se n’è parlato con sofferta partecipazione.

Ottant’anni fa, nel febbraio 1943, venivano arrestati e condannati alla pena capitale i primi membri della Rosa Bianca, il gruppo di resistenza formato perlopiù da studenti universitari che osò scrivere e diffondere volantini per riscuotere il popolo tedesco dalla cecità e dall’inerzia nei confronti degli orrori del regime hitleriano. I primi a essere ghigliottinati furono Hans e Sophie Scholl e Christoph Probst; seguirono poi altri arresti e condanne, in particolare Alexander Schmorell, Willi Graf e il professor Kurt Huber furono giustiziati nel luglio 1943. Oltre alla netta, impavida posizione di responsabilità civica che animò la battaglia della Rosa Bianca, le testimonianze e i documenti mostrano uno straordinario cammino di fede maturato nelle coscienze dei suoi membri e da essi – protestanti, ortodossi, cattolici – condiviso nella comune sequela di Cristo.

Il ricordo di Schmorell a Mosca

la rosa biancaProprio ad Alexander Schmorell e alla Rosa Bianca è stata recentemente dedicata una serata alla Biblioteca dello Spirito, approfittando della presenza a Mosca di Igor’ Chramov, biografo di Schmorell, come lui nativo di Orenburg, autore di una mostra e di una serie di volumi che ne presentano la vita, la testimonianza e in particolare il fascicolo processuale, da lui rinvenuto nell’Archivio militare a Mosca (la documentazione relativa alla Rosa Bianca, sottratta dall’Armata Rossa agli archivi tedeschi nel 1945, è stata successivamente restituita alla Germania, a eccezione delle carte relative a Schmorell, considerato russo).


(foto d’apertura: facebook)

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Giovanna Parravicini

Ricercatrice della Fondazione Russia Cristiana. Specialista di storia della Chiesa in Russia nel XX secolo e di storia dell’arte bizantina e russa. A Mosca ha collaborato per anni con la Nunziatura Apostolica; attualmente è Consigliere dell’Ordine di Malta e lavora presso il Centro Culturale Pokrovskie Vorota. Dal 2009 è Consultore del Pontificio Consiglio per la Cultura.

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