5 Marzo 2022

Lettere dalla Russia / 1 / Non ci arrenderemo

Redazione

Sono tantissimi i messaggi lanciati nell’etere dai russi, come estremo appello alla ragionevolezza. Tra gli altri scienziati, docenti universitari, artisti e sacerdoti, categoria solitamente apolitica. Traduciamo per incominciare la lettera di un prete e quella di uno studioso.

Padre Andrej Kordočkin
parroco della chiesa ortodossa del Patriarcato di Mosca, a Madrid

Ora vi dirò una cosa molto personale. Non avrei mai pensato di dirla pubblicamente.
Ho iniziato il mio ministero in Spagna 18 anni fa. In quel momento c’erano due culture che costituivano il mio punto di riferimento: la Russia, dove ho vissuto fino a 17 anni e dove poi ho trascorso vari mesi ogni anno durante le vacanze, e l’Inghilterra, dove ho studiato 8 anni.
La comunità a Madrid era e resta in gran parte ucraina. Arrivando qui mi sono calato in un mondo, in una cultura completamente diversi. Alcune cose riuscivo a capirle, altre no, c’erano cose che mi entusiasmavano, altre che mi lasciavano sconcertato.

Il senso di impotenza, moltiplicato dall’insonnia e dall’emicrania, ti fa venire la tentazione di morderti la coda, di pensare che non ci sia via d’uscita, come fa qualcun altro – che ci si guadagni di più, che non a tentare di capirci qualcosa e di fare dei progetti che abbiano una prospettiva superiore a un paio d’ore.

No, invece, bisogna insegnare e fare quel che bisogna fare. A qualunque prezzo. Perché io sono certo che il Signore vede tutto questo, Lui che ha detto: «Spetta a me fare giustizia, io darò a ciascuno il suo» (Rm 12,19). Non mi arrenderò.

 

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