10 Novembre 2020

Il destino sospeso del Nagorno Karabakh

Alberto Peratoner

La guerra dimenticata contro gli armeni del Nagorno Karabakh è figlia di una vecchia contrapposizione caucasica. Destini alterni della regione contesa, dove in questi giorni la geopolitica sembra avere la meglio.

Dalle prime ore di domenica 27 settembre 2020, l’Azerbaijan ha sferrato un attacco lungo tutta la linea di contatto con il Nagorno Karabakh, o Artsakh, una regione montuosa storicamente armena autoproclamatasi, all’indomani della disgregazione dell’Unione Sovietica (1991), Repubblica indipendente. Tale regione è estesa 11.500 kmq (poco meno del Trentino Alto Adige) e conta una popolazione di 150.000 abitanti. Il nome Nagorno Karabakh è un composto del sostantivo persiano-turco Karabakh (lett. Giardino nero) e dell’aggettivo russo Nagorno (lett. montagnoso), mentre il nome armeno dell’area è Artsakh (riferibile al significato di abbondante legname), che designava l’antico principato di quella regione.

Per comprendere il senso di questo conflitto è necessario innanzitutto ripercorrere sinteticamente alcuni lineamenti storici della regione sudcaucasica.

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Alberto Peratoner

Professore di Metafisica e Teologia filosofica e di Antropologia filosofica presso la Facoltà teologica del Triveneto (Padova), e il Seminario patriarcale di Venezia. Saggista in ambito filosofico, dove ha lavorato su autori classici e moderni. Ha pubblicato studi sulla storia e cultura armena, in qualità di ausiliario alle attività culturali della Congregazione Armena Mechitarista.

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