3 Maggio 2016

Una storia molto dantesca

Tat'jana Krasnova

Avrebbe dovuto essere una storia banale e tranquilla: il Comitato Inquirente aveva messo gli occhi su un comodo edificio nel sud-ovest di Mosca. E non c’era nemmeno da sfrattare una […]

Avrebbe dovuto essere una storia banale e tranquilla: il Comitato Inquirente aveva messo gli occhi
su un comodo edificio nel sud-ovest di Mosca. E non c’era nemmeno da sfrattare una scuola o che so,
un ospedale, ma soltanto un’inutile, polverosa e noiosissima biblioteca.
Noi tutti sappiamo che gli adulti sono sempre occupati, e quando sono liberi stanno davanti al
televisore.
È evidente che ai bambini nella vita servono solo smartphone e iPad, videogiochi e social network.
È arcinoto che i pensionati non fanno altro che guardare i serial televisivi e spettegolare nei negozi.
E poi oggi gli abitanti di Mosca hanno capito da un po’ che «tanto non ci si può far niente».
Non si possono fermare i mascalzoni che abbattono i parchi, che deturpano le vie più belle
abbattendo i vecchi palazzi. I miei amici sempre più spesso voltano la testa dall’altra parte e dicono:
«Ma che facciano quel che gli pare. Non ce la facciamo più!».
Siamo tutti stanchi. Molti se ne sono andati. Molti ci hanno messo una croce sopra.
E allora perché, invece, il giorno che han detto che avrebbero sfrattato la biblioteca con tutti i suoi
fondi, la città ha sobbalzato?

A me sembra che sia una storia sorprendente e molto dantesca, ossia molto umana.
La direttrice della biblioteca Tat’jana Kuznecova ha fatto dell’Italianka (in città chiamano così la
Biblioteca Dante Alighieri) non un semplice posto dove si conservano i libri ma una Casa dove si fanno
concerti, conferenze, incontri. E si è scoperto così, «di botto», che gli adulti si possono anche strappare
dal televisore, e i bambini dai loro gadget, se gli si leggono versi immortali, se gli si suona la grande
musica, e soprattutto se non li si considera «popolazione» a cui non importa niente di niente. Si è
scoperto che le persone, se gli si parla come a persone, sono perfettamente capaci di distinguere Bach e
Chopin dai muggiti delle stelle del palcoscenico, o Dante dalle scempiaggini stampate a grandi tirature.
Abbiamo scoperto una cosa molto importante per tutti noi: che le persone non sono poi così stupide, e
che non si può fare e disfare sempre al posto loro.

La petizione in difesa dell’Italianka è stata firmata da migliaia di moscoviti. Decine e decine sono
venuti per la «Notte di Dante».
Pensateci un attimo: per un’intera notte, a Mosca, della gente ha letto la Divina Commedia dal
primo all’ultimo verso, ad alta voce, a turno, in russo, in italiano, fino al mattino, senza interruzione, e
senza che nessuno se ne andasse. Vecchi e giovani, moscoviti famosi e moscoviti qualunque hanno letto
un libro difficile e «incomprensibile» scritto sette secoli fa.
E hanno salvato la biblioteca.
Forse solo per il momento.
Ma noi tutti ne abbiamo ricavato una lezione enorme: nell’uomo non si può distruggere ciò che è
Grande, neanche a rimpinzarlo di banalità fin quasi a morire.
E ancora, vorrei dire che lo Spirito Santo soffia dove vuole, ma questo è del tutto evidente.

Tat'jana Krasnova

Docente presso la facoltà di Giornalismo dell’Università Statale di Mosca Lomonosov, coordinatrice dell’Istituto di beneficenza per bambini “Una busta per Dio“.

LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI

Abbonati per accedere a tutti i contenuti del sito.

ABBONATI