5 Agosto 2019

Quando i fumetti raccontano il GULag

Angelo Bonaguro

L’uso dei comics per tramandare ai giovani la storia delle repressioni totalitarie. È un’iniziativa del Museo del Gulag di Mosca. Non è una banalizzazione ma un modo efficace e serio per comunicare che dietro le grandi cifre delle vittime, ci sono storie e volti personali.

Il Museo della storia del GULag a Mosca ha pubblicato una raccolta di graphic novels intitolata «I trapassati» sul tema della storia delle vittime delle repressioni politiche. Il progetto è stato elaborato con il sostegno del Fondo per la Memoria e in collaborazione con l’agenzia BBDO di Mosca.
In attesa della versione cartacea, I trapassati sono a disposizione in formato digitale, modalità che permette di usufruire di contributi multimediali quali le interviste a una sopravvissuta al lager, o ai familiari delle vittime.Le storie sono illustrate da K. Čirkov, D. Osetrov, A. Danilova e S. Elovikova, con una cover firmata da E. Selimov e K. Afonina. Le biografie dei personaggi sono alternate da schede informative, piuttosto sintetiche, sull’epoca delle repressioni.

Il direttore del museo, Roman Romanov, sottolinea che quello dei comics è un linguaggio universale in grado di raccontare anche temi difficili come le repressioni, è comprensibile e accessibile ai più giovani che spesso «si scontrano con una dicotomia, con un surplus di interpretazioni»: da un lato viene spiegato loro che gli anni del Terrore furono un’epoca tragica, dall’altro che tutto ciò fu necessario e che in fondo non si tratta di cifre rilevanti, che grazie al Terrore si è formata una struttura statale, c’è stata la vittoria sul fascismo e così via. I giovani però vogliono capire e sviluppare un punto di vista proprio, tanto più se la famiglia ha avuto vittime del Terrore o vi sono «scheletri negli armadi». Purtroppo – osserva Romanov, – finché non ci sarà una valutazione autorevole da parte dello Stato, le interpretazioni fuorvianti continueranno ad avere gioco libero.

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Angelo Bonaguro

È ricercatore presso la Fondazione Russia Cristiana, dove si occupa in modo particolare della storia del dissenso dei paesi centro-europei.

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