20 Novembre 2020

La barca di Pietro

Antonij Bloom

Non la pretesa di parlare a nome di Dio, ma l’umile riconoscimento di essere indegni servitori. Un’omelia del metropolita Antonij di Surož, ottobre 1990.

Che stupendo brano evangelico ci offrono oggi le letture: il racconto di come Cristo scelse Pietro perché diventasse annunciatore, e perché egli, assieme agli altri, conducesse a Lui molti uomini. Se leggiamo con attenzione questo Vangelo, notiamo che Cristo era circondato da una grande folla, che sul mare di Genezareth c’erano molte barche e Lui ne scelse una, quella di Pietro. E vi salì, ordinando a Pietro di prendere il largo, di allontanarsi dalla riva, dal luogo dove non c’erano pericoli né fatica, ma nemmeno c’era la possibilità di un’ampia navigazione nel nome del Signore. Pietro Gli disse che si erano affaticati tutta la notte invano; ma il Salvatore lo esortò a fare come gli aveva ordinato: «Sulla tua parola getterò le reti…». E d’un tratto si vide che le reti erano piene di pesci.

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Antonij Bloom

Andrej Bloom nasce il 19 giugno 1914 a Losanna. Trascorre la sua infanzia in Persia dove il padre, console russo, svolge servizio. Nel 1920, a seguito della rivoluzione, emigra in Francia dove studia medicina, e poi in Inghilterra dove si stabilisce. Nel ’28 si converte all’ortodossia. Nel 1943 fa la professione monastica e assume il nome di Antonij. Cinque anni dopo è consacrato sacerdote. Dal ’66 è metropolita di Surož ed esarca del patriarcato di Mosca per l’Europa occidentale. Muore nel 2003 a Londra.

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