8 Agosto 2022
Il «grande cambiamento» ovvero il ritorno all’URSS
In Russia riemergono i «pionieri» di sovietica memoria. Cambia il nome ma l’intento è lo stesso: raggruppare, inquadrare e pilotare la giovane generazione, prima che scappi dal recinto e si formi un punto di vista indipendente e critico.
Il nuovo contenitore per ora ha lo stesso nome – «grande cambiamento» – del concorso che negli ultimi 3 anni ha coinvolto milioni di studenti di tutta la Federazione, suddivisi per fasce d’età non più dagli 8 ma dai 6 ai 18 anni – quindi compresi i bambini della prima elementare, – e invitati ad esprimersi creativamente su vari temi, dall’ecologia alla salute, dalla memoria al patriottismo.
Nell’ultimo decennio, la società russa ha visto da un lato restringersi l’accesso allo spazio pubblico per iniziative non governative e l’inasprimento delle normative che regolano l’organizzazione e lo svolgimento di manifestazioni pubbliche, spesso partecipate dai teen-agers; dall’altro, più recentemente, la politica giovanile sempre più decisa a formare cittadini fieri del proprio passato di grande potenza (censurandone le pagine buie) e pronti a difendere la patria e i «valori tradizionali» e a scendere in piazza ma solo per attività sponsorizzate dallo Stato. È di pochi giorni fa l’arresto di 6 persone riunitesi per deporre dei fiori al Muro del Dolore a Mosca, il memoriale (inaugurato alla presenza di Putin) che dal 2017 ricorda le vittime del regime sovietico. Fra i fermati (tra cui un minorenne) c’è Petr Rybakov del movimento ultranazionalista SERB – attivisti trattati dal Cremlino come «compagni che sbagliano» – con tanto di «Z» patriottica in bella evidenza sul cappello…
La lettura dell’articolo completo è riservata agli utenti abbonati, effettua il login o abbonati per accedere a tutti i contenuti del sito.
Angelo Bonaguro
È ricercatore presso la Fondazione Russia Cristiana, dove si occupa in modo particolare della storia del dissenso dei paesi centro-europei.
LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI
Potrebbe anche interessarti:
