17 Febbraio 2022

A trent’anni ho 500 bambini

Lida Moniava

Progettare la vita e finire a fare tutt’altro, è un rischio assoluto che offre una pienezza inaudita. Un messaggio dalla Russia orizzontale, quella che non demorde…

Oggi è il mio compleanno. Ho passato i 30 anni. Pensavo che a 30 anni avrei avuto un marito e dei figli, un lavoro da giornalista… È andata in tutt’altro modo.
Quando ero alle superiori facevo volontariato al reparto di oncologia e ho visto bambini morire di cancro. Mi piaceva soprattutto (e mi piace tutt’ora) giocare e disegnare coi bambini. Disegnavo con Žora, poi Žora è stato dimesso, ed è morto a casa tra dolori lancinanti, da due settimane la clinica non gli prescriveva più la morfina. Disegnavo con Anja, poi Anja è finita in rianimazione e per diversi mesi non ci hanno permesso di vederla, io stavo fuori sotto la sua finestra, al freddo. Disegnavo con Vova, una volta sono entrata nella sua stanza, e ho visto Vova correre su e giù come un pazzo, saltare da un letto all’altro ripetendo senza tregua: «Fa male, fa male, fa male». Disegnavo con Lisa, e poi Lisa, di 9 anni, mi ha detto attraverso la finestra di vetro dell’unità di trapianto del midollo osseo: «Oggi ho provato a soffocarmi col catetere».

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Lida Moniava

Lida Moniava ha studiato presso la facoltà di giornalismo dell’Università statale Lomonosov di Mosca. Dal 2014 è vice direttore dell’hospice pediatrico Dom s majakom (La casa col faro) e dal 2018 è direttrice dell’omonima fondazione di beneficenza.

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