12 Dicembre 2018

Vogliono cancellare la memoria di padre Men’?

Oksana Golovko

Una pubblica protesta del direttore del Museo Aleksandr Men’ a Semchoz ha dato alle autorità l’occasione per chiudere il museo. Un attacco amministrativo più efficace dei vecchi metodi. La memoria del sacerdote disturba ancora. Tre interviste incrociate.

Intervista a Sergej Kryžov, consigliere comunale di Sergiev Posad.

Dieci anni fa il centro culturale Dubrava di Semchoz, frazione di Sergiev Posad, è stato intitolato a padre Aleksandr Men’, ed è stato costituito un museo per conservare l’eredità del sacerdote e svolgere attività educative.
In questi anni, sotto la guida di padre Viktor Grigorenko, è stata raccolta una grande collezione, i cui pezzi sono diventati proprietà del comune di Sergiev Posad, e che è stata registrata presso il Ministero della cultura della Federazione russa. Naturalmente sono stati rispettati tutti i requisiti necessari per conservarla e per garantirne l’accesso; ci sono anche materiali non destinati ad essere esposti ma ad essere oggetto di studio.
Il museo ha funzionato ottimamente e ha accolto regolarmente i visitatori finché, alla fine del luglio 2018, non si sono svolte delle assemblee pubbliche nella provincia di Sergiev Posad sulla questione della costruzione di un complesso per la trasformazione e il riciclo dei rifiuti. Padre Grigorenko è intervenuto, esprimendo pubblicamente l’opinione propria e di un gruppo di altri membri della Camera del Pubblico della provincia sul fatto che sulla costruzione restavano moltissime questioni aperte.
Pochi giorni dopo, al centro culturale Dubrava è arrivata una commissione amministrativa per controllare l’attività della prima metà dell’anno. La commissione ha concluso che certi criteri non erano stati rispettati e ha preso una strana decisione, quella di eliminare i posti di vice-direttore, responsabile di sede e responsabile tecnico del museo.
L’ordine di tagliare l’organico è stato dato in tempi molto stretti, e in chiara violazione del contratto collettivo firmato a suo tempo anche dal direttore del centro Dubrava, in base al quale i dipendenti dovrebbero ricevere la notifica di licenziamento con almeno tre mesi di preavviso. Ciononostante, l’attività del museo è proseguita. Ma il 6 novembre è arrivata una nuova ordinanza che riduceva il cento per cento dei dipendenti.
Padre Viktor ha mandato al consiglio comunale una lettera in cui chiedeva che fine avrebbe fatto la collezione. La lettera è stata recapitata, ma i consiglieri non l’hanno mai vista, sebbene padre Viktor si fosse rivolto proprio a loro. Pertanto, durante una seduta del consiglio comunale ho informato i consiglieri dell’accaduto e ho chiesto alla presidenza di prendere posizione e di chiarire in qualche modo la situazione, per capire cosa stavamo facendo, se stavamo consegnando o meno la collezione del museo di padre Aleksandr Men’, appartenente alla città di Sergiev Posad, a qualche altro ente. Dopo una breve discussione, tutti abbiamo deciso che si trattava di una questione grave, che la commissione per la cultura avrebbe dovuto valutare attentamente. Ma la commissione nessuno l’ha ancora convocata…
Improvvisamente, però, il presidente della provincia ha chiesto alla commissione bilancio di approvare l’elenco dei beni comunali di cui si propone di cedere la proprietà alla Federazione russa. La questione è stata formulata proprio in questi termini. Le parole «padre Aleksandr Men’», «Dubrava» e «collezione» non comparivano affatto. Ho guardato l’elenco, ma non ho trovato risposta alle mie domande: perché stanno facendo tutto questo? Non è servito né rivolgersi all’amministrazione locale, né chiedere informazioni al Ministero della cultura. Quest’ultimo ci ha risposto che la questione non è stata ancora risolta ma che attualmente è oggetto di attento esame.
Un simile elenco dei pezzi esposti al museo può essere preso in considerazione solo se chi intende prendere la collezione ne ha fatto richiesta. Ma non ci è mai stato comunicato che un ente federale avesse avanzato una richiesta del genere. Sembra quasi che si tratti di una nostra iniziativa, come se fossimo noi a volerci liberare di quei preziosi oggetti, poco importa chi se li prenderà. Contro questa decisione ho votato soltanto io e altri due consiglieri, e così è stata approvata.
Dalla Biblioteca di letteratura straniera di Mosca è arrivata solo una lettera in cui si chiedono gli oggetti in uso temporaneo e gratuito per organizzare una mostra. Il centro Dubrava ha realizzato delle mostre temporanee anche in passato, ma questo non ha mai comportato la consegna della collezione completa. Inoltre, quattro quinti del materiale custodito non è destinato all’esposizione, sono documenti, manoscritti, lettere, periodici di quegli anni, audio e videoregistrazioni: tutte cose che possono interessare solo un lavoro di ricerca.
Non è affatto chiaro dove sarà tenuto questo materiale in una struttura che non è un museo, e in che modo ne sarà garantita la sicurezza. Si sa soltanto che va conservato in particolari condizioni, prescritte per gli oggetti museali. Una delle tante domande oggi senza risposta è se queste condizioni ci saranno.

Intervista ad Aleksandr Mironov, direttore del Centro culturale Dubrava

La collezione del museo del Centro Dubrava, dedicata a padre Aleksandr Men’, è stata trasferita a Mosca, alla Biblioteca di Letteratura Straniera. Il 22 gennaio, giorno della nascita di padre Aleksandr, verrà inaugurata una mostra in quella sede.
Sarà un’esposizione permanente, a cui nella biblioteca sarà assegnato uno spazio riservato, molto speciale, sul tetto dell’edificio principale. Molte registrazioni audio e video che si trovavano al centro Dubrava possono essere consultate liberamente, anche sul sito della parrocchia dei Santi Cosma e Damiano. E comunque devono essere accessibili a tutti.
Cosa sta accadendo intanto a Sergiev Posad? Ha perduto qualcosa con il trasferimento della mostra? No, perché dal gennaio 2019 verrà aperta una nuova esposizione dedicata a padre Men’ nella casa dove ha vissuto per molti anni, a 50 metri dal centro Dubrava. È logico che un museo in memoria di padre Men’ trovi posto proprio in questa casa.
Il centro Dubrava, anche se non ospiterà più il museo, continuerà a portare il nome di padre Aleksandr, perché si trova all’interno di un complesso commemorativo, vicino alla casa e al luogo dell’uccisione del sacerdote. Il centro culturale resterà un centro culturale, pur avendo perso il museo. Non c’è nulla da temere.

Intervista a padre Viktor Grigorenko, ex direttore del Museo A. Men’

L’iniziativa di trasferire il museo da Semchoz (Sergiev Posad) a Mosca e, di conseguenza, la totale liquidazione del museo dedicato a padre Men’ presso il centro culturale Dubrava, non è dettata dalla preoccupazione di conservare l’eredità del grande sacerdote ortodosso, ma è piuttosto la capitolazione, la resa di uno degli avamposti culturali di Sergiev Posad.
Gli argomenti di chi vuole trasferire il museo alla Biblioteca di letteratura straniera non stanno in piedi. E sottolineo “il museo”, cioè la collezione del museo, che comprende più di duemila unità di conservazione (altre duemila erano pronte per essere registrate), costituite soprattutto da materiale d’archivio destinato alla ricerca e non all’esposizione. Abbiamo allestito più di una volta delle mostre dedicate a padre Aleksandr assieme alla Biblioteca di letteratura straniera, non solo nell’edificio della biblioteca ma anche fuori. È stata una bella esperienza di collaborazione. Anche oggi è bello che questa istituzione realizzi una mostra dedicata all’attività di padre Men’.
In effetti, la Biblioteca di letteratura straniera alla fine degli anni ’80 era un’ottima tribuna per l’attività missionaria di padre Aleksandr. E il museo del centro culturale Dubrava avrebbe potuto benissimo costruire una mostra permanente di questo tipo. Ciò nonostante, non era e non è indispensabile consegnare l’intera collezione del museo in custodia temporanea, come vuole l’attuale contratto fra il centro Dubrava e la Biblioteca di letterature straniere.
Ricordiamo che esattamente tre anni fa, dopo la morte della direttrice della Biblioteca, Ekaterina Genieva, tutti i materiali legati all’attività di padre Aleksandr nella Biblioteca sono stati considerati inutili in quella sede e consegnati a noi, a Semchoz. Perché non fu realizzata allora nella biblioteca un’esposizione di questo ricchissimo materiale? Bella domanda. E chi ci garantisce che con l’ennesimo cambio di direttore non si ripeterà la stessa storia?
Di per sé, neppure oggi, secondo le norme del Ministero della cultura, la biblioteca avrebbe il diritto di acquisire una collezione registrata presso il Fondo dei Musei della Federazione russa, in quanto ente culturale con altro profilo. E, da quel che capisco, il Ministero della cultura questo permesso di trasferire la collezione non l’ha dato. Quindi va verificata la legalità dell’accordo fra la Biblioteca di letteratura straniera e il centro Dubrava del 19 settembre 2018, sulla consegna gratuita della collezione in uso temporaneo, dove non è neppure specificato per quanto tempo la collezione sarà concessa in uso.
Inoltre ci assicurano che la casa di padre Aleksandr con il suo studio diventerà un punto di attrazione per i pellegrini e i turisti. Conosco questa casa sin dall’infanzia, vi ho soggiornato più di una volta. A parte il fatto che si trova su una proprietà privata ed è abitata da mia zia, Natalija Grigorenko vedova di padre Aleksandr, ma soprattutto per ragioni tecniche, per la planimetria e lo spazio limitato, realisticamente la casa non è in grado di accogliere regolarmente grandi gruppi di visitatori, né tanto meno di sostituire gli spazi espositivi che avevamo al centro Dubrava.
Presso la chiesa di cui sono parroco faremo tutto il possibile per custodire la memoria di padre Aleksandr e divulgarne l’eredità. In questo abbiamo l’immutato sostegno del metropolita Juvenalij di Kruticy e Kolomna.
Giorni fa il Ministero della cultura in risposta alla preoccupazione dell’opinione pubblica per il trasferimento della collezione da Semchoz a Mosca, ha dichiarato:
«Secondo gli articoli 12 e 32 della Legge federale del 26.5.1996 n. 54-F3 sul “Fondo dei musei della Federazione russa e sui musei nella Federazione russa” la decisione di trasferire gli oggetti e le collezioni di un museo che fa parte del fondo da un’istituzione all’altra, come pure la decisione di eliminare un museo, vanno obbligatoriamente concordate con il Ministero della cultura della Russia.
Informiamo che a detto Ministero non sono pervenute notifiche riguardo all’eliminazione del museo di padre Aleksandr Men’, né proposte di consegnare gli oggetti del museo in custodia permanente alla Biblioteca statale di letteratura straniera Rudomino».
Dunque, secondo questo accordo, l’intera collezione viene trasferita e consegnata alla Biblioteca di letteratura straniera proprio in custodia temporanea, e non per un’esposizione. Infatti per l’esposizione basterebbe solo un quinto della collezione.
Vorrei assicurarmi che vengano osservate le norme di conservazione. Evidentemente sarà il Ministero della cultura a stabilire quanto sia legale questo trasferimento.
Ricordo inoltre che proprietaria della collezione resta l’amministrazione della provincia di Sergiev Posad nella persona del centro Dubrava, dove è stata totalmente eliminata la sezione creata. Conservata e divulgata dagli specialisti negli ultimi quindici anni. Ma ora quale impiegato del centro Dubrava, secondo l’accordo, sarà incaricato di controllare lo stato di conservazione e la presenza degli oggetti consegnati? Sono più le domande che le risposte.

(fonte: pravmir.ru )

Oksana Golovko

Laureata in lingua e letteratura russa, specialista di discipline artistiche. Dal 2000 al 2012 ha scritto sul prestigioso quotidiano Rossijskaja Gazeta. Collabora con la rivista ortodossa Foma e con il portale ortodosso pravmir.ru.

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