17 Febbraio 2023

Morire per non uccidere

Redazione

Una terribile storia di guerra, una delle tante purtroppo: una recluta si è uccisa per non andare a combattere. Il suo ultimo messaggio testimonia la tenebra senza schiarite in cui sprofonda la Russia.

morire per non uccidere

Sergej Gridin.

Il canale Telegram «Mobilizacija» comunica regolarmente i casi di giovani che trovano nel suicidio una via di fuga dalla guerra: in dicembre a Syktyvkar un coscritto si è tagliato le vene nell’ufficio reclutamento; in gennaio a Mosca un soldato in licenza si è gettato dalla finestra di casa per non tornare al fronte.

Il ragazzo morto questo febbraio si chiamava Sergej Gridin, aveva 21 anni e veniva dall’estremo nord della Russia europea. È stato chiamato sotto le armi nel novembre 2022, a febbraio lo hanno destinato in Ucraina ma lui non ha voluto firmare il contratto. Il 10 febbraio i commilitoni lo hanno trovato impiccato. Prima che gli ufficiali lo facessero sparire, hanno fatto in tempo a fotografare il biglietto che aveva lasciato. Eccolo:

«Se leggete questo biglietto vuol dire che sono morto. Ieri mi hanno inserito nella rotazione delle truppe per l’Ucraina. Della nostra compagnia non è più tornato nessuno di lì… Ingenuamente ho chiesto al comandante del plotone di poter rimanere nell’accantonamento, e adesso lui e i sergenti non mi danno tregua con i loro abusi. Non ho voglia di descrivere le forme di bullismo che hanno usato su di me questi animali, e non lo farò, ma vivere così non posso; non voglio sottomettermi a gente che mi ispira solo paura e schifo. Non siete riusciti a spezzarmi, e ormai non ci riuscirete più. Per questo ho deciso di morire qui, a casa mia, senza il sangue degli altri sulle mani.

Vorrei che finissero dentro per avermi portato al suicidio, ma in Russia queste cose non si usano. Li odio!»

Gridin Sergej

Morire per non uccidere

Il messaggio di Sergej Gridin. (Telegram)

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