20 Dicembre 2021

La caduta dell’URSS: 30 anni di transizione

Michail Minakov

Gli anniversari hanno un loro fascino perché costringono a riconsiderare il cammino fatto, a valutare l’esperienza vissuta, che diventa storia comune. Anche se non si sono compiuti i 40 anni di peregrinazioni di Mosè nel deserto, l’autore azzarda un tentativo di analisi.

Per la mia generazione, nata nei grassi anni ’70 e diventata adulta tra la fine della perestrojka e l’inizio delle indipendenze, la storia post-sovietica comincia con la profezia di Mosè. Infatti tre personalità ideologicamente e geograficamente distanti come Vytautas Landsbergis a Vilnius, Vjačeslav Brjuchoveckij a Kiev e Jurij Afanas’ev a Mosca, hanno profetizzato all’unisono il futuro dopo la dissoluzione dell’URSS usando l’immagine popolare di Mosè: il futuro si presentava come liberazione e raggiungimento del cronotopo promesso dopo che «i nati nella schiavitù sovietica» (me e loro compresi) avessero lasciato questa vita. L’antico mito di liberazione veniva a sostituire la moderna utopia sociale.

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Michail Minakov

Nato nel 1971, è dottore in filosofia, politologo e storico specializzato nell’ambito della modernità e delle ideologie post-sovietiche.
Dal 2018 dirige il programma di ricerca presso l’Istituto Kennan, è stato professore di filosofia e studi religiosi presso l’Accademia Moghiliana e presidente della Società Kant ucraina. Dirige la rivista The Ideology and Politics Journal.

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