3 Agosto 2020

Havel e il «nonno» dell’ortolano dissidente

Angelo Bonaguro

Poco prima della rivoluzione dell’89, Václav Havel scrisse Domani si comincia, un dramma sulla nascita della Cecoslovacchia indipendente, in cui compariva il «nonno» del famoso «ortolano dissidente». A tema era il rapporto tra i politici e la piazza. La responsabilità condivisa.

La pièce in cinque atti è dedicata alle ore concitate in cui Alois Rašín, uno dei politici protagonisti del risorgimento boemo (che come Havel era stato in carcere a Plzeň-Bory), il 28 ottobre 1918 si prepara a dichiarare la nascita della repubblica cecoslovacca indipendente dopo la disfatta bellica dell’impero asburgico – in concomitanza anche con la battaglia di Vittorio Veneto, – e la sua imminente dissoluzione.

In sé il tema storico non pare avere a che fare con il Potere dei senza potere e tantomeno con il mondo del dissenso. Tuttavia, oltre al protagonista principale Rašín, nell’atto quarto compare un personaggio chiave che è simile a quello che si trova nel saggio del ‘78: «František Kopecký, commerciante di verdura della Città Vecchia». Una sorta di «nonno» dell’ortolano che ritroviamo nel Potere? In un certo senso sì.

Nel novembre 1989, Havel e i suoi amici hanno vissuto qualcosa di simile: se non c’è stata la meticolosa preparazione politica del ’18, c’è stato tuttavia un lungo «lavoro minuto» portato avanti da una minoranza di «dissidenti» con i loro tentativi donchisciotteschi di vivere senza menzogna.

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Angelo Bonaguro

È ricercatore presso la Fondazione Russia Cristiana, dove si occupa in modo particolare della storia del dissenso dei paesi centro-europei.

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