30 Luglio 2024

Che speranza abbiamo. La fede da sotto i massi

Redazione

Cristiani contro la guerra che si muovono e si esprimono nella clandestinità sono una realtà nella Russia e Bielorussia di oggi. Per che motivo lo fanno e come trovano spazi di testimonianza. Un’intervista di Anna Krjučkova.

A un anno e mezzo di distanza, in dialogo con la giornalista bielorussa Anna Krjučkova, tre degli estensori della «Dichiarazione», Boris, Daniil e Aleksej, insegnanti – i primi due ortodossi, il terzo protestante – ne ripercorrono l’iter e le motivazioni.

Ricorda Boris: «Dopo l’inizio della guerra Aleksej aveva cominciato a riunire a casa sua un gruppetto di amici. Quasi subito gli incontri hanno assunto un formato abbastanza preciso: preghiera, lettura e discussione di un testo. Ad esempio, abbiamo letto e studiato la storia e i documenti della resistenza della Chiesa evangelica tedesca. In uno di questi incontri abbiamo deciso di scrivere anche noi la nostra “Dichiarazione”, e poi abbiamo fatto girare il testo tra altri amici per averne un parere. In seguito è nato il sito, il canale telegram, la clip su youtube. Volevamo che la “Dichiarazione” circolasse e se ne parlasse il più possibile. Ci sono arrivati i riscontri più diversi: c’è chi era pro-guerra e ci ha chiamati traditori, altri ci hanno detto che bisognava andare in piazza Rossa con le Molotov invece di fare appello all’amore cristiano…


(foto d’apertura: DESS)

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