7 Marzo 2024

I greco-cattolici slovacchi tra repressioni e solidarietà

Angelo Bonaguro

Come accadde al termine della Seconda guerra mondiale, i greco-cattolici slovacchi si sono trovati ancora una volta in prima linea nell’accogliere i profughi ucraini. Cogliamo l’occasione per fare un breve excursus su questa antica comunità di rito orientale, al centro di tanti conflitti.

All’indomani dell’aggressione militare russa in Ucraina le zone della Slovacchia orientale sono state interessate da ondate di profughi, soprattutto anziani, donne e bambini. La Chiesa greco-cattolica, diffusa capillarmente in quella regione, è stata da subito in prima linea nel fornire aiuto ed assistenza. Nel corso dei mesi, la situazione di emergenza per gli oltre 100mila profughi si è trasformata in percorso di integrazione: alcuni si sono spostati ad Ovest, altri sono rimasti più vicini alla loro patria, molte donne hanno trovato un’occupazione e i loro figli frequentano le scuole locali.
La Chiesa greco-cattolica slovacca aveva già dato in passato un’encomiabile testimonianza nell’affrontare le emergenze migratorie durante gli eventi bellici della Seconda guerra mondiale, come vedremo.


(immagine d’apertura: Caritas slovacca)

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Angelo Bonaguro

È ricercatore presso la Fondazione Russia Cristiana, dove si occupa in modo particolare della storia del dissenso dei paesi centro-europei.

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