16 Aprile 2020

Padre Špidlík protagonista dell’ecumenismo

Maria Campatelli

Amare veramente il «polmone orientale» della Chiesa, come ha fatto padre Tomáš Špidlík, significa lasciarsene cambiare. Riscoprire il cuore come unità integrale dell’uomo, e superare gli schemi dello spirito analitico. La sua figura, a 10 anni dalla scomparsa.

Padre Špidlík non ha scritto di ecumenismo se non in modo molto occasionale e limitato (si possono contare sulle dita di una sola mano i suoi articoli o interventi che abbiano tale parola nel titolo), e davvero si può affermare che questo non era uno dei suoi temi preferiti. Eppure, si può dire con altrettanta convinzione che tutta la sua vita sia stata il tentativo di superare le barriere confessionali e culturali, per far spazio ad un modo di pensare – e, più generalmente, di esistere – che esprima l’unità della Chiesa.

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Maria Campatelli

Laureata in Lettere e in Storia, successivamente si è dottorata in teologia al Pontificio Istituto Orientale con una tesi su Sergej Bulgakov. Fa parte dell’équipe del Centro Studi e Ricerche Ezio Aletti. Si occupa dell’Oriente cristiano ed è sua convinzione che le tradizioni delle Chiese orientali, sollecitate dalle domande presenti nel mondo contemporaneo, possano contribuire a rendere feconda la pastorale della Chiesa nel mondo occidentale. È direttrice di Lipa e dell’Atelier di Teologia del Centro Aletti.

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