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Due anni di guerra: stanchi ma sempre decisi

Oleksandra Romancova, direttore esecutivo del Centro per le libertà civili di Kyiv, Nobel per la pace 2022, ci parla di diritti umani, del peso del passato sovietico, del pericoloso vicinato con la Russia, della collaborazione con l’UE, di questioni linguistiche e culturali. Ma soprattutto dell’urgenza di dare un giudizio chiaro su quanto sta accadendo. (Intervista di Marta Dell’Asta).

Il nuovo manuale di storia: come instillare l’odio nei giovani

Da quest’anno scolastico, il nuovo testo unificato di storia per i maturandi russi offre la rilettura della storia russo-sovietica celebrandone i fasti e smussandone i disastri. Fino ai nostri giorni, in modo da scagliarsi contro l’Occidente e l’Ucraina. Una grossa responsabilità per chi instilla odio e risentimento nelle giovani generazioni.

Oleg Orlov: restare in Russia fa parte del mio lavoro

Oleg Orlov, co-presidente di Memorial, è sotto processo per essersi espresso contro l’aggressione russa all’Ucraina. Diversamente da altri attivisti, ha scelto di rimanere in patria, perché «è importante che giunga una voce dalla Russia».

Memorial vive (ma cercano di farla fuori)

All’alba del 21 marzo a Mosca le forze dell’ordine hanno fatto irruzione nelle abitazioni di alcuni membri di Memorial. Un’operazione lampo che forse voleva essere un rendimento di conti finale con l’organizzazione.

7 ottobre: il giorno del Nobel è la nostra festa

Cosa può cambiare l’assegnazione del Nobel in una situazione geopolitica devastante? E cosa cambia il digiuno dei cristiani? Eppure molti credono che la coscienza civile e lo spirito umano possano cambiare il mondo. Alcuni commenti al Nobel.

Stalin torna in tribunale: giornalista condannato a 22 anni

Una condanna come quella avuta dal giornalista russo Ivan Safronov non si vedeva dai tempi sovietici più duri. Può essere un segno di nervosismo da parte del sistema, che si sente impotente a bloccare l’informazione libera.

1989: Sacharov vedeva l’ombra dell’autoritarismo

Primo Congresso dei deputati del popolo: il neoeletto Andrej Sacharov, tra i fischi dei colleghi, dichiara che è pericoloso concentrare un immenso potere nelle mani di un uomo solo. E parla di spirito imperiale…

Oggi pensiamo innanzitutto all’Ucraina

Una dirigente di Memorial riparata all’estero: la situazione russa può cambiare solo dall’interno. Però voi sosteneteci moralmente. La realpolitik ci uccide…

Un paese che cerca il suicidio

Altri 15 anni di lager per Dmitriev, liquidata l’Associazione Memorial. Due colpi durissimi che si sperava non arrivassero. Dove va la Russia privata della sua memoria?

Le targhette della discordia

«L’ultimo indirizzo» è un’iniziativa lanciata nel 2014 da un giornalista russo per commemorare i morti delle repressioni staliniane con una targhetta da affiggere sull’ultima abitazione della vittima. L’azione ha riscosso successo, ma ha suscitato anche atti vandalici e resistenze. Cerchiamo di capire come mai…

Cari compagni… dovete sparare!

L’ultimo film di Andrej Končalovskij ricostruisce la tragedia di Novočerkassk, quando la polizia sparò sugli operai che manifestavano. Ma dietro a questa, c’è l’altra tragedia di un ideale che viene duramente contraddetto dalla catastrofe della realtà.

Havel: protagonista è colui che si stupisce

Scritta da un Havel poco più che ventenne, la recensione a un film ungherese del 1956 contiene alcuni spunti che riemergeranno negli scritti del drammaturgo-dissidente maturo: la ricerca della verità, il rapporto tra libertà personale e meccanismo totalitario. Già allora Havel scriveva: «Com’è terribile un sistema che ci dà motivi per credere ad ogni fantasia che abbia una parvenza di realtà, e viene presentata come realtà autentica».

Dmitriev: una pesante sconfitta. Ma non è il punto e basta…

30 settembre, la Corte Suprema della Carelia ha accolto il ricorso del procuratore e aumentato la condanna a 3 anni di Jurij Dmitriev portandola a 13 anni. Una lunga farsa processuale che ora rischia di finire in tragedia. È la totale deriva della giustizia russa. Molti si chiedono che fare.

Cancellare un ritratto per «vivere nella menzogna»?

A Tver’ si litiga attorno a un graffito col volto di Solženicyn. Per molti è un padre della patria, ma sono ancora di più quelli che lo detestano. Battaglie sul fronte della memoria.

Il caso Dmitriev, chiusure e spiragli

Il «caso Dmitriev» è noto in Russia dal 2016 quando lo storico, scopritore delle fosse comuni staliniane, fu arrestato con l’accusa di pedopornografia. Dopo ben due processi e un’assoluzione, ora ha avuto tre anni e mezzo… Troppo poco se è colpevole, troppo se è innocente. Un filo rosso lega la memoria del terrore e il processo appena concluso.

80 anni fa, Katyn’

Nel conto delle vittime della seconda guerra mondiale entrano anche quelle della cosiddetta «strage di Katyn’», un episodio oscuro avvenuto in URSS, la cui memoria ancora oggi disturba.

Orwell e Mister Jones

Uscito in sordina nel 2019, il film Mr. Jones racconta di Gareth Jones, il giornalista britannico che per primo scoprì e fece conoscere in Occidente l’Holodomor, lo «sterminio per fame» di milioni di persone nell’Ucraina sovietica, perpetrato dal governo staliniano tra il 1932 e il ’33. Gareth pagò con la vita il suo servizio alla verità.

Stalin, la progenie dell’inferno

Un saggio su Stalin del poeta Iosif Brodskij. Scritto nel 1973, prende le mosse dai ricordi d’infanzia e si chiede donde venga il fascino oscuro e persistente di questa personalità. Lo stalinismo non muore perché è un sistema di pensiero e noi abbiamo perso il criterio per giudicarlo. Presentiamo ampi stralci del testo.

Polonia: patriottismo, business e utopia

Mentre non si placa la polemica politica tra i governi russo e polacco sulle responsabilità della Seconda guerra mondiale, online si moltiplicano i siti che fanno del patriottismo un business e diffondono utopie nazionaliste.

Il Muro cade ogni giorno

Il 9 novembre 1989, con la caduta del muro di Berlino, qualcuno pensò che si fosse arrivati alla fine della storia, che in fondo da quel momento in avanti non […]

Le croci scomode di Kuropaty

Agendo secondo la tipica mentalità sovietica, le autorità bielorusse si sono dimostrate ancora una volta incapaci di dialogare con la società civile, come nel caso della maldestra rimozione delle croci dal bosco-memoriale di Kuropaty, che tanto ha ferito i cittadini più sensibili al problema della memoria storica.

«Un uomo di mondo che sa come comportarsi…»

Attraverso la biografia sommaria di Vittorio Strada si possono ripercorrere le vicende sofferte e anche drammatiche che hanno accompagnato e determinato quell’immenso passaggio epocale che è stato il crollo dell’URSS.

Offesi dalla realtà

A Ekaterinburg un parroco ortodosso sotto processo per aver paragonato Lenin a Hitler. Mentre nostalgici del comunismo e della monarchia si accapigliano, il tribunale ha prosciolto il sacerdote. Resta il malessere di una società che pensa ideologicamente.

Guerra della memoria in Lituania

Un libro «denuncia» uscito in Lituania ha aperto la strada a una serrata discussione sul passato storico del paese, in vista del prossimo centenario dell’indipendenza. Senza scandalismi né sensi di colpa, i lituani si chiedono chi sono.

«Ricorda…»

Il centenario della rivoluzione è stato siglato da un gesto ufficiale del governo: l’inaugurazione del memoriale alle vittime del regime sovietico. In mancanza di altre dichiarazioni dirette questo è un segno, non definitivo ma reale.

La fatica della memoria e il grande centenario

Ogni paese ha qualche zona d’ombra nel proprio passato, con cui evita di fare i conti. Ma il giudizio sul passato è la chiave di volta del futuro. Nikolaj Epple traccia il parallelo tra le «politiche della memoria» di vari paesi occidentali.

Vecchio e nuovo. Ovvero gli studenti in piazza

Il filosofo Sergej Averincev osservava che il nuovo non segue mai la via maestra pianificata dagli uomini ma vie laterali e inattese. Oggi in Russia la novità si apre la strada nonostante la resistenza del sistema. Perché i giovani vogliono un futuro.

Evtušenko, un poeta per tutte le stagioni

Ha cantato le conquiste del socialismo e demolito l’epoca staliniana, parlava con Andropov e difendeva Solženicyn. Fedele al socialismo ma critico dei suoi soprusi, ha sperato fino all’ultimo nella riconciliazione tra russi e ucraini.

Bielorussia: difendiamo i nostri morti

Kuropaty è un luogo terribile: ci riposano oltre 100mila fucilati. Ma il business post sovietico ci vuole costruire degli uffici. E i bielorussi, figli dell’ultimo regime comunista d’Europa, si oppongono. Inattesa rinascita di una società civile.

E la Chiesa in URSS si riscosse

50 anni fa la Chiesa russa, fortemente sottomessa al regime, fu scossa dalla protesta di un gruppo di fedeli. Per la prima volta da decenni qualcuno difendeva la libertà religiosa. Autore dell’iniziativa il laico Boris Talantov.

Wajda, mite e battagliero

Un grande artista ma prima ancora un mite combattente, che ha visto nella storia il proprio campo d’interesse. Quando illuminava tanti aspetti dell’anima polacca voleva parlare dell’umano desiderio di libertà. Un contributo di Luigi Geninazzi.

Non è vero che tutto è menzogna…

Due casi che meritano ancora attenzione. Il primo è la notizia evidentemente incredibile di un aereo cargo russo con 5.000 tonnellate di aiuti per i terremotati italiani: notizia assolutamente incredibile, […]

Il silenzio di Svetlana Aleksievič e la solitudine dell’uomo

Capire l’anima dell’«uomo rosso», centro dell’opera di Svetlana Aleksievič, vuol dire trovare la chiave per capire l’uomo russo di oggi. La grande letteratura sa comporre i particolari per offrire l’intuizione dell’insieme.

L’unità si fa camminando

I giorni di febbraio-marzo sono stati densi di avvenimenti e di ricorrenze: fatti epocali come l’incontro di Cuba e, in Russia, anniversari ponderosi come il 70° della distruzione della Chiesa greco-cattolica ucraina, e il 60° del XX Congresso del Partito, quello della destalinizzazione.

Stalin a scuola oggi

Come viene presentata oggi la figura di Stalin nella scuola italiana? Quale immagine danno della sua opera i libri di storia?
Una scheda di Silvana Rapposelli uscita su “La Nuova Europa” 2/2003

Blog

Io vedo che c’è una politica cristiana

Basta guardare per accorgersi quante persone rette e generose si stanno battendo nella politica russa

La catastrofe e l’accordatore di pianoforti

Il tempo trascorso dalla rivoluzione in qua non può essere pienamente descritto se non dalla parola «catastrofe», non c’è parola più adeguata. «Catastrofe» è il termine più comprensivo, perché include sempre qualcosa di sovrapersonale, quasi di cosmico, quasi non dipendesse neppure dagli uomini, figurarsi dal singolo; include crimini e sofferenze, e anche il democidio – parola che ho appreso di recente e che riguarda l’uccisione di un popolo da parte del proprio governo.

Un bambino grande come un uomo

Un amico mi ha passato un brano di un’intervista al regista russo Aleksandr Askol’dov, realizzata dalla slavista francese Cécile Vaissié. Vale la pena di leggerlo: «Ecco quello che è per […]

Stalin un padre?

Oggi per gli ortodossi è il Sabato dei morti, ed è anche l’anniversario ufficiale della morte di Stalin. Si intersecheranno queste due ricorrenze, in qualche chiesa russa, in un unico […]

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La Nuova Europa 3/2014 (375)

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La «Madonna Sistina» di Raffaello. Icona di umanità tra nazismo e stalinismo

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