16 Aprile 2019

Più solida della pietra

Tat'jana Krasnova

Tat’jana Krasnova, da Mosca, ci offre la sua riflessione sul «simbolo spaventoso» dell’incendio di Notre Dame, e sulle ragioni della speranza.

Due torri con in mezzo una rosa. La guglia e gli archi rampanti tutti scolpiti. Questa immagine figurava sulle copertine dei miei innumerevoli quaderni di scuola. La cattedrale della Madre di Dio di Parigi…
Più di Westminster, più di Colonia, più della Sagrada Familia… Per noi che eravamo ragazzi negli anni ’70, era il simbolo della città più bella del mondo, della Parigi fiabesca e irraggiungibile, con il Lungofiume delle Nebbie, la fisarmonica sul Pont de Bercy, la cerchia dei boulevard, la Senna…

Quando avevo 16 anni non credevo che fosse possibile entrare nell’immensa cattedrale-nave di pietra, sedere su una panca davanti all’altare e restare in silenzio a lungo, recitare il rosario, ascoltare il fruscio dei passi, il suono dell’organo, le voci sommesse della gente…
Le grandi cattedrali conservano sotto le proprie volte il Tempo. Al loro interno esso non scorre come fuori, è più lento, più calmo, più solenne. Tra le loro colonne il Tempo riposa come l’acqua scura, opaca nelle gore del fiume. I muri delle cattedrali si possono toccare, ed è come entrare in contatto non con la pietra ma con l’eterno. Sicuramente le cattedrali sono state fatte affinché l’uomo possa restare immobile come una farfalla nell’ambra, avvolto dalla luce iridescente delle vetrate, e ricordarsi di essere piccolo, instabile, mortale… e assolutamente eterno.
Tale è ogni essere materiale, naturalmente. Tutto ciò che è stato creato dall’uomo può andare distrutto. Tutto ciò che è stato creato da Dio è incrollabile.

(foto da drone LaCroix).

L’uccello meccanico mandato in alto sulla cattedrale che bruciava ha ripreso l’immagine terribile di un immenso crocifisso ardente, una croce di fuoco sul corpo della Grande Città. Simbolo spaventoso.
Ma subito dopo altre foto, e queste sono un simbolo mille volte più importante: gente comune, uomini, donne e bambini che cantano insieme l’Ave Maria sotto le mura incendiate della loro Chiesa.

E dunque, volendo cercare il senso principale di questa immane sciagura, eccolo: può carbonizzarsi il legno, fondersi il vetro, sbriciolarsi e spaccarsi la pietra. Ma l’anima dell’uomo è molto più solida del legno, del vetro e della pietra. È immortale. Fino a che crederemo in questo, potremo svegliarci la mattina, contare i danni, piangere ciò che è andato perduto, asciugare le lacrime e metterci al lavoro. Finché crediamo la gente, l’umanità, ognuno di noi, potrà ricostruire la cattedrale ex novo.
Se smetteremo di credere, le pietre non ci potranno salvare.
Senza la nostra fede le pietre non sono che pietre.

E aggiungo un’altra cosa: cari ragazzi miei, i vostri nipoti vedranno molto più di Notre Dame.
Vedranno crescere su una delle capitali cristiane del mondo, nel XXI secolo, la guglia di Notre Dame.
Vedranno come si costruisce una cattedrale.
Non abbiate paura per loro. Invidiateli.

(fonte: pravmir.ru)

 

Tat'jana Krasnova

Docente presso la facoltà di Giornalismo dell’Università Statale di Mosca Lomonosov, coordinatrice dell’Istituto di beneficenza per bambini “Una busta per Dio“.

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