17 Settembre 2018

La Russia, i cattolici, i giovani

Paolo Pezzi

A dieci anni dalla sua consacrazione episcopale, l’arcivescovo metropolita a Mosca, monsignor Paolo Pezzi dialoga di Russia, martirio e giovani con Adriano Dell’Asta. L’incontro si è svolto al Meeting di Rimini 2018, luogo d’incontro per antonomasia.

A. Dell’Asta
La prima domanda è: che senso ha e che ne è della presenza cattolica oggi in Russia? Com’è la situazione, qual è il significato, quali sono le speranze?

Mons. P. Pezzi
Devo dire innanzitutto che in questo ultimo anno è iniziata in me una riflessione molto seria sulla nostra presenza, sul significato della nostra presenza in Russia. E questo mi ha portato a proporre una discussione seria, che spero avverrà in tutto questo anno, cioè da settembre a giugno dell’anno prossimo, sul valore e sul significato missionario delle nostre comunità, delle parrocchie e delle piccole comunità d’ambiente. Ciò che ho notato è che corriamo il forte rischio di una lenta eutanasia della Chiesa cattolica in Russia. Cioè là dove noi perdiamo il significato della nostra presenza, allora si continuano a fare anche molto bene tutte le cose, ma non c’è più prospettiva, come dicevi tu Adriano, non c’è più speranza. Questo ho notato visitando la diocesi, soprattutto visitando le parrocchie.
Ora ciò non significa che non restino le difficoltà, i problemi, ma è un po’ venuto meno il gusto, l’entusiasmo. Sì, bisogna dirlo direttamente, il gusto e l’entusiasmo per Cristo. E quindi non tanto i problemi organizzativi, perché non è che ci sia da organizzare molto nella nostra realtà che è piuttosto piccola, ma proprio il fatto di procedere secondo un’onda che potremmo descrivere con il motto: «Abbiamo fatto così per tanti anni, continuiamo!» Ecco, questo mi sembra un po’ il punto. Come dire, è la necessità di dover ricominciare.

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Paolo Pezzi

Dal 2007 arcivescovo metropolita della Madre di Dio a Mosca. Ordinato sacerdote nella Fraternità sacerdotale dei missionari di S. Carlo Borromeo, ha svolto gran parte della sua attività pastorale in Russia, dal 1993 a Novosibirsk, poi nella Russia europea, come rettore del Seminario cattolico a San Pietroburgo.

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