13 Settembre 2018

Un pensiero semplice, in mezzo alle polemiche

Vladimir Zelinskij

Sacerdote ortodosso (del Patriarcato di Mosca) è filosofo, teologo e traduttore. Dal 1991 vive in Italia, ha insegnato lingua e civiltà russa all’Università cattolica di Brescia e di Milano. Ha al suo attivo numerosi testi di teologia e spiritualità.

Non vorrei stuzzicare i lettori russofoni con i miei discorsi, ma c’è nella storia dell’autocefalia ucraina un particolare su cui nessuno, fra quanti scrivono con intelligenza, con rabbia, con micidiale ironia, ha pronunciato una sola parola. Questo particolare si potrebbe definire: il fattore umano nella sua dimensione soteriologica.

Dal punto di vista delle Chiese canoniche tutte le altre non canoniche in pratica non esistono. Qualsiasi spazio occupino sulla terra, per quanta popolazione possano coinvolgere, sono prive della Grazia, cancellate dal mistico libro della salvezza.

Tra i cattolici, per fare un esempio, quando celebra un sacerdote sospeso a divinis (magari perché si è sposato) il suo sacramento è valido, anche se illecito. Gli ortodossi queste sottigliezze non le considerano; una Chiesa non canonica è una congrega separata, i suoi sacramenti non sono sacramenti, la sua liturgia è un teatrino liturgico. In tal modo, dal rigido punto di vista della canonica Mosca, milioni di cristiani ucraini sono tagliati fuori dalla Chiesa e dalla salvezza. Sono come pecore che non hanno pastore ma credono di averlo.
«E cosa impedisce loro di tornare nel grembo della Chiesa canonica, della nostra metropolia di Kiev?», di solito segue questa domanda semi-retorica. Lo sapete anche voi cosa glielo impedisce, e sapete anche che con voi non torneranno più.

E allora perché la Chiesa russa non mostra un po’ di compassione, come Cristo, per i milioni di suoi ex figli e non dona loro una Chiesa canonica, per amore della loro salvezza eterna?
Lo si sarebbe potuto fare venticinque anni fa, ma anche adesso non è troppo tardi.
Al di là delle accuse, delle tempeste politiche malamente coperte dalle tempeste canoniche, storiche e di vario genere, perché non decidere di avere compassione?

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